La mattina in famiglia: una routine visiva può alleggerire i momenti difficili

Una scena quotidiana

Ogni mattina porta con sé la sua corsa: il risveglio, l’igiene, i vestiti, la colazione, lo zaino pronto vicino alla porta. Per molti bambini è routine, per altri è una sfida. Un bambino nello spettro autistico può vivere questa catena di azioni come un carico eccessivo, soprattutto se tutto avviene velocemente e in mezzo a rumori o distrazioni.

Immaginare la giornata attraverso un supporto visivo – una sequenza di immagini o simboli che mostrano cosa accadrà – può trasformare quel caos in una serie di piccoli passi. Non è una soluzione universale, ma un aiuto concreto che in molte famiglie e scuole viene sperimentato con beneficio.


Perché le routine visive sono utili

Le ricerche sull’autismo ci dicono una cosa semplice ma fondamentale: quando il tempo, lo spazio e le attività diventano visibili, tutto appare più chiaro e prevedibile. Il programma TEACCH, nato in Carolina del Nord e diffuso in molti paesi, ha costruito gran parte del suo approccio proprio su questo principio: aiutare i bambini a orientarsi attraverso supporti visivi che rendono meno caotico ciò che li circonda.

Anche in Italia questo aspetto è stato riconosciuto ufficialmente. Le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità sottolineano che strumenti visivi non sono un dettaglio, ma un aiuto concreto. Possono ridurre l’ansia che nasce dall’imprevedibilità, dare più autonomia perché il bambino non deve aspettare ogni volta un’indicazione verbale, e migliorare la comunicazione trasformando le parole in immagini semplici da comprendere.


Alcuni scenari realistici

1. La mattina prima di andare a scuola
Un cartellone appeso vicino alla porta con poche immagini: lavarsi, vestirsi, fare colazione, prendere lo zaino. Ogni immagine corrisponde a un’azione. Il bambino può indicarla o spuntarla man mano che la completa.

2. Il momento dei compiti
Dopo una giornata di scuola, affrontare i compiti può sembrare un ostacolo enorme. Una sequenza visiva che mostri: “prendo il quaderno – faccio 10 minuti di pausa – svolgo un esercizio – riposo – ricontrollo” può spezzare il carico in tappe più gestibili.

3. La sera prima di dormire
La routine serale è spesso piena di imprevisti. Una tabella che illustri: lavarsi i denti, mettere il pigiama, leggere un libro, andare a letto, può diventare un rituale rassicurante che prepara al sonno.


Una riflessione personale

Da insegnante vedo ogni giorno quanto sia difficile generalizzare. Non esiste “la” strategia giusta per tutti, e ogni bambino reagisce a modo suo. Quello che mi convince delle routine visive è la loro flessibilità: possono essere adattate, semplificate o arricchite a seconda del contesto.

La mia impressione è che la forza non stia solo nel disegno in sé, ma nel messaggio implicito: “Questa è la strada, ed è chiara”. È un modo per restituire sicurezza in un mondo che a volte appare troppo veloce e confuso.


FAQ

Le routine visive servono solo ai bambini nello spettro autistico?
No. Possono essere utili a tutti i bambini, perché rendono i passaggi più chiari e riducono conflitti legati a incomprensioni o dimenticanze. Nel caso dell’autismo, diventano però uno strumento fondamentale perché compensano difficoltà comunicative e organizzative.

E se il bambino rifiuta di seguirle?
Può accadere. In questi casi la strategia è non forzare, ma proporre con gradualità, adattando le immagini e coinvolgendo il bambino nella creazione della sequenza. La routine visiva deve essere percepita come un aiuto, non come un’imposizione.


Qualche riflessione per chiudere

Le routine visive non risolvono tutto, ma possono aprire piccole strade di autonomia e serenità. Non sono strumenti da guru o da esperti irraggiungibili: sono fogli, disegni, immagini che, con costanza, diventano parte della vita quotidiana.

Nel mio libro Colora e Impara ho raccolto tante routine illustrate pronte all’uso, con spiegazioni dedicate agli adulti. Non sono soluzioni universali, ma materiali flessibili che chi lo desidera può adattare al proprio contesto, che sia casa o scuola.

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